POMARICO, (carta geografica)    (PROVINCIA DI MATERA) Basilicata          

Pomarico (MT) (informazioni su Pomarico) 

 

DENUNCIARE E SEGNALARE TUTTO UNA SERIE DI REATI AGLI ORGANI DI CONTROLLO NON SERVE A NIENTE IN QUESTE ZONE d'ITALIA

LA GIUSTIZIA IN BASILICATA ? Una farsa italiota !

VAI ANCHE SU QUESTA PAGINA DEL SITO  !

 

COSA È SUCCESSO FINORA:

IL PM SALVATORE COLELLA chiede al GIP di Matera, dopo tre anni di indagini all'italiana, l'archiviazione della denuncia Penale del Sig. Paolo Uricchio. E lo chiede con una comunicazione, pervenuta all'avvocato del Sig. Uricchio di Reggio Emilia, solo un giorno prima della scadenza della possibilità di ricorso.

L'avvocato del Sig. Uricchio presenta comunque ricorso contro questa richiesta di archiviazione. Però anche questo non serve a niente, perchè il GIP di Matera

N. 534/02  R G.n.r/ Mod. 21

 Procura della Repubblica

Presso il Tribunale di Matera

 

AVVISO ALLA PERSONA OFFESA

DELLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
 - art. 408, comma 2 c.pp. e 126 D.I.v. 271/89

 

PROCEDIMENTO PENALE INDICATO IN EPIGRAFE NEI CONFRONTI DI

 PERSONE DA INDIVIDUARE

 

Per ipotizzato reato di cui all’art. 323c.p., commesso in Pomarico (MT( in epoca 

Antecedente e prossima al 20/02/2002)

 Il Cancelliere  - B3 – Emma Daniela LUZZI, addetta alla segreteria del Pubblico Ministero

Dott. Salvatore COLELLA, Sost. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera

 -         AVVISA –

 

URICCHIO Paolo, nato il 24.01.1954 a Pomarico (MT), 

domiciliato presso lo studio dell’Avv.  Angela Zini in Novellara (RE) alla Via Novy Jicin, 11

In quale persona offesa dal predetto reato che in data 02 dicembre 2004 il Dr. Salvatore COLELLA ha presentato al Giudice per le indagini preliminari in sede, richiesta di archiviazione,

con avvertimento che nel termine di dieci giorni dalla notifca del presente avviso ha facoltà di prendere visione degli atti e presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari

 Matera, li 6 dicembre 2004

 Timbri del Tribunale di Matera

 Il cancelliere – B3-

Dr.ssa Emma Daniela LUZZI

 Altro timbro di un’altra dottoressa di Matera

 

Leggete cosa  fa: il GIP di MATERA. (Nota: Tanto lo sapete come sono in queste zone e cosa vi aspetta ?)

Quindi questo magistrato di Matera, Salvatore Colella, non vede il pericolo per la famiglia Uricchio come documentato in questo filmino:

GUARDATEVI QUESTO FILM: Clicca qui`

Non vede l'incidente mortale, provocato con l'ammodernamento della Strada Provinciale in casa Uricchio

Non vede i furti e non vede i reati commessi dalla "Pubblica Amministrazione" di Pomarico e dalla Procincia di Matera

non vede l'elettrificazione e non vede gli scempi e i furti nella zona 167

non vede.... (ma un magistrato come questo a cosa serve ?)

Eppure.. sulla loro carta paziente e italiana scrivono che:

Q questo punto è chiaro, che anche il suo Giudice, Rosa Bia , non vede....

 

IL GIUDICE DI PACE SI GUARDA IL PAVIMENTO E NON DECIDE

IL GIP  di MATERA CHE DEVE DECIDERE SULLA PROSECUZIONE DELLE INDAGINI DA PARTE DEL PM DECIDE:

Guardate voi stessi !  IL GIUDICE ROSA BIA DI MATERA DECRETA il 22.03.2006 L'ARCHIVIAZIONE DELLA DENUNCIA. Leggete la motivazione assurda di questo giudice.

QUINDI:

RUBARE in "FUNZIONE PUBBLICA"  METTERE IN PERICOLO I PROPRIETARI DEI TERRENI E LA POPOLAZIONE di POMARICO  È TUTTO NORMALE DA QUESTE PARTI.

APPARENTEMENTE IL GIUDICE MATERANO SI VERGOGNA PER QUESTA "DECISIONE" DI ARCHIVIAZIONE. Il NOME DEL GIUDICE NON FIGURA INFATTI DA NESSUNA PARTE.SUL "DECRETO" DI ARCHIVIAZIONE. QUINDI IN QUESTE ZONE VI ASPETTANO ANCHE DECRETI EMESSI DA GIUDICI SENZA NOME E COGNOME E VI TOCCHERÀ SUBIRLI E SOPPORTARLI, PERCHÈ COSÌ "FUNZIONA" OGGI  l' ITALIA della Mafia e dei Meridionali-.

SI  CHIAMA:  ROSSELLA OPPURE ROSA  BIA, GIUDICE DI MATERA

Leggete:

Ripetiamo di seguito  il testo in alto:

Si legge:

N.534/02 R.G.N.R.

N.272/05 R.G. GIP

TRIBUNALE DI MATERA

UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

DECRETO DI ARCHIVIAZIONE

 

Il Giudice designato, (Nota: Senza nome e cognome !) letti gli atti del presente procedimento penale nei confronti di persone da individuare in relazione al reato di cui all'art. 323 e.p.,

- esaminata la richiesta di archiviazione formulata dal P.M.,

- vista l'opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal denunciante

-ritenuto che le motivazioni contenute nella predetta opposizione non siano valide e che al contrario le argomentazioni poste dal P.M. a sostegno della richiesta di archiviazione siano condivisibili e debbano intendersi quì integralmente trascritte;

-rilevato, in altri termini, quanto segue:

Il sig. Paolo URICCHIO lamenta un accanimento da parte degli amministratori e funzionari del Comune di Pomarico e della Provincia di Matera, i quali averebbero posto in essere una serie di comportamenti discriminatori nei confronti suoi e della sua famiglia, con soprusi, malversazioni, prevaricazioni e abusi. Si duole, in particolare, della usurpazione di suolo privato nella sistemazione della strada provinciale 176 che collega il centro alla periferia del Comune di Pomarico.

Sennonchè, gli elementi addotti, al di là di mere congetture sull'esistenza di un complotto ai danni della famiglia URICCHIO-DI FESCA da parte dei funzionari e dei politici degli enti locali individuati, non offrono spunti seri per condurre una proficua indagine atta a provare la sussistenza degli estremi di cui all'art. 323 c.p. L'ordinamento italiano consente alla pubblica amministrazione di divenire proprietaria di un terreno privato, sul quale sia stata realizzata alla stregua di atti amministrativi un'opera pubblica, sulla base del principio, di creazione giurisprudenziale ma definitivamente riconosciuto in via legislativa, dell' "accessione invertita". E, nell'ipotesi, come sembrerebbe paventare l'opponente, di "occupazione usurpativa" (non sorretta cioè da alcun atto amministrativo) occorrerebbe provare la sussistenza del dolo tipico del reato di abuso di ufficio. Insomma, posto che non ogni atto amministrativo illegittimo integra gli estremi di un reato, gli elementi offerti non consentono di sostenere efficacemente l'accusa in giudizio nè sono suscettibili di positivi sviluppi, di talchè difficilmente la vicenda potrebbe passare indenne al vaglio del dibattimento.

P.Q.M

dispone l'archiviazione del presente procedimento e la conseguente restituzione degli atti al P.M.

Matera, 22/03/2006                            Firma: Il G.I.P.  (nota: Firma con uno scarabocchio !)

Timbro: Tribunale di Matera

Depositato in Cancelleria oggi da - 22.03.06 

Matera li, il CANCELL... Filomena Maria ...Linz..?

 

VISTO CHE IL PM SALVATORE COLELLA E IL GIUDICE ROSA BIA a Matera brillano con la loro inattività, il Sindaco Giuseppe CASOLARO si sente incoraggiato e confermato nel suo progetto per la ROTATORIA ITALIANA a Pomarico, Matera, Basilicata, Italia.

 

Però la Giustizia Italiana continua il 2014 a scatenarsi, con atti di giuramento e con le sentenze penali, contro Paolo Uricchio, perchè osa protestare.

Fonte: Wikipedia - GIURAMENTO DEI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA 

Formula del Giuramento:

Io, *Nome e Cognome*, giuro sul mio onore di osservare lealmente la Costituzione e le altri leggi dello Stato, esercitando le mie funzioni di giudice della Corte costituzionale nell'interesse supremo della Nazione

Le sentenze penali dei Giudici di Matera contro Paolo Uricchio

 

Invece il Giudice di Matera, Rosa BIA, è molto diligente a condannare Paolo Uricchio per i seguenti motivi:

N: 3402707 R.G.N.R:     N: 1047/05  R.G. GIP   N. 275/06 D.P.

Decreto in Data 08.Mar. 2006

Notificato il ______      Opposto il ---------  Esecutivo il...............

Schedail ________    N. _________C.P..

TRIBUNALE DI MATERA - UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

DECRETO PENALE DI CONDANNA  (Art. 459 e ss. c.pp.)

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO  (Not in my Name, Mrs. Bia !)

Il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Matera, letti gli atti del procedimento ed esaminata l'allegata richiesta del P.M. di emissione del decreto penale di condanna nei confronti dell'imputato nella stessa meglio generalizzato e per il reato ivi contestato; ritenuto che ricorrono gi estremi per la emissione del decreto penale ex art. 459 c.p.p., atteso che l'ipotesi d'accusa appare pienamente provata dagli atti delle indagini preliminari (cfr. accertamento, di s.i.t. in atti) rilevato: a) che la pena pecuniaria richiesta dal Pubblico Ministero, tenuto conto dei criteri oggettivi e soggettivi di sostituzione e di ragguaglio, nonchè d'ogni altra circostanza, è equa e correttamente determinata; b) che le cose in sequestro vanno   - confiscate  --restituite all'avente diritto

P.Q.M.

Condanna l'imputato :  URICCHIO Paolo, nato a Pomarico il 24/01/1954 e risidente in München 

alla via Artur Kutschrer Plaz 4  /2/3 

in relazione alla imputazione contestata nell'allegata richiesta del P.M., alla pena pecuniaria di € 30,00 di ammenda; ordina - la confisca e la distruzione - la restituzione di quanto in sequestro.

Avverte il condannato: che ha facoltà di proporre, personalmente o a mezzo del difensore eventualmente nominato, opposizione entro 15 giorni dalla notificazione del decreto, con dichiarazione da depositare nella cancelleria di questo GIP o in quella del Tribunale o dell'Ufficio del Giudice di Pace del luogo ove l'interessato si trovi -  che può chiedere, con l'opposizione, l'emissione del decreto che dispone il giudizio immediato ovvero il giudizio abbreviato o l'applicazione della pena a norma dell'art. 444 c.p.p. o presentare, ove ne ricorrano i presupposti, domanda di ablazione ai sensi dell'art. 141 co 3 D.L.vo 271/89; che ha facoltà di nominare un difensore di fiducia e che, in mancanza, sarà difeso di ufficio dall'Avv. ------------ che in tale ultimo caso potrà chiedere di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti, ove ricorrano le condizioni reddituali di cui all'art. 3 I 30 luglio 1990 no. 217, che il difensore, durante il termine per proporre opposizione, ha la facoltà di prendere visione ed estrarre copia, nella cancelleria, degli atti del fascicolo; che il condannato, qualora non sia stato invitato prima, deve dichiarare o eleggere domicilio per le notificazione entro il termine di gg. 15 dalla notifica del decreto, con dichiarazione resa nella cancelleria di questo Ufficio o del Tribunale ove lo stesso si trovi o con lettera raccomandata con sottoscrizione autenticata da notaio, da persona autorizzata o dal difensore, con avvertenza che, ove egli non dichiari o elegga domicilio nel termine predetto, le notificazione successive saranno eseguite nel luogo in cui il decreto è notificato (art. 161 c.pp.) ordina l'esecuzione del presente provvedimento ove non venga proposta opposizione nel termine innanzi indicato; manda alla cancelleria per gli adempimenti di competenza; si notifichi anche al difensore di ufficio Avv. Antonia DONATA IERINO CON Studio in San Mauro Forte, Vico I Di Vittorio No. 3 (Nota: è chi l'ha mai visto e sentito questo difensore ?)

Il Cancelliere : Filomena Maria LIUZZI;  08. Marzo 2006, Timbro: Tribunale di Matera, 

IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI (Dott.ssa Rosa BIA;   Firma (almeno questa volta !)

 

Richiesta di Emissione di - Decreto Penale di Condanna - art 459 c.pp.

Il Pubblico Ministero, dott.ssa Annunziata CAZZETTA, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera chiede una cazzata !

 

Reato p.e.p. dall'art. 650 c.p., perchè, essendogli stato notificato dalla Polizia Municipale di Pomarico in data 20.09.2004 un verbale di contestazione (nr.34/2004), legalmente emesso da quella autorità ai sensi dell'art. 21,1° e 4° co., codice della strada, con il quale gli veniva intimata la rimozione immediata di nr. 18 paletti aventi altezza di mt. 1,00 a strisce bianche e rosse con catene, da lui installati sulla strada Provinciale Pomarico-Bernalda_Baracche, all'altezza dell'immobile di sua proprietà, senza alcuna autorizzazione, creando così pericolo per la sicurezza e la circolazione stradale, non vi ottemperava, anzi vi installava altri 10 paletti sulla stessa lineq di quelli installati in precedenza.  In Pomarico il 1° ottobre 2014

 

La sussistenza della fattispecie di reato di cui sopra risulta provata sulla base degli accertamenti svolti da personale del Comando Polizia di Pomarico

Per il reato per il quale si procede deve applicarsi soltanto la pena pecuniaria

Nota di Uricchio Paolo: Un Magistrato italiano come la dottoressa Cazzetta è proprio il giusto Magistrato per una Repubblica delle Banane

 

NOTA: Se acquistate proprietà in queste zone, a POMARICO (MT),  il COMUNE  (In realtà solo ladri e mafiosi in funzione pubblica ! Aiutati e supportati dai loro amici - Giudici, Magistrati, Amministratori !) PUÒ derubarvi comodamente del bene acquistato, perchè il GIUDICE  "DESIGNATO" non vede alcun SPUNTO per fare proseguire le "INDAGINI" da parte del P.M. e ... nonostante il pericolo creato in casa URICCHIO, non vede.... la ".. sussistenza del DOLO TIPICO"  Insomma tutti gli elementi e le prove fornite dal Sig. Paolo URICCHIO,  per questo GIUDICE DI MATERA "...non offrono spunti e non consentono di sostenere efficacemente l'accusa".

 

 

CORDIALI SALUTI dalla MALAGIUSTIZIA ITALIANA  e dall' EPICENTRO della REPUBBLICA DELLE BANANE !

Percio, 

NON DIMENTICATE !  Questo sito serve solo come avvertimento ! Non tornate più in queste zone ! Per derubarvi , per mettervi in pericolo, per massacrarvi, faranno del tutto (scriveranno il falso, collaboreranno, vi metteranno in pericolo, vi deruberanno, vi  tradiranno (sindaci, magistrati, Giudici, tutti !).  Queste , ancora oggi, sono zone pericolosissime ! Una vera zona di Mafia (pubblica !) Se poi volete anche voi subire le stesse cose e costruire un sito web per spiegarle, certamente  nessuno potrà impedirvelo !

 

TORNA ALLA PAGINA INIZIALE !

QUESTA PAGINA È IN ALLESTIMENTO !!

 

Tutta la storia di questa tragedia dovuto alla decisione degli URICCHIO di acquistare proprietà a POMARICO (MATERA), Meridione d'ITALIA, per tornare nel paese NATIVO sul sito

WEB    http://www.uricchio.de

 

NOTIZIA ANSA

del

2007-02-26 14:17

INCHIESTE SU MAGISTRATI LUCANI, 13 INDAGATI

CATANZARO - Potrebbero avere rapidi sviluppi le quattro inchieste condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sulla magistratura lucana, in cui sono indagate, complessivamente, 13 persone, tutte della Basilicata. I magistrati coinvolti nelle inchieste - secondo quanto scrive il Corriere della Sera - sono cinque: il nome di Rosa Bia, infatti, si aggiunge a quelli dei procuratori della Repubblica di Potenza e Matera, Giuseppe Galante e Giuseppe Chieco; del presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, e del sostituto procuratore della Repubblica di Potenza, Felicia Genovese. Nei confronti del giudice Bia s'ipotizzerebbe il reato di abuso d'ufficio.

Le quattro inchieste, condotte dal sostituto procuratore di Catanzaro Luigi de Magistris, fanno riferimento ad una serie di presunti illeciti che sarebbero stati commessi per realizzare specifici interessi nei settori bancari, turistici e sanitari. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, abuso d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, appropriazione indebita e truffa. Una parte dell'inchiesta - secondo quanto si è appreso - riguarda presunti rapporti tra esponenti della magistratura, della politica e della sanità, ed in particolare dell'Azienda ospedaliera S. Carlo di Potenza, il cui direttore generale è Michele Cannizzaro, marito del pm Felicia Genovese; ed, inoltre, presunti rapporti di alcuni dei magistrati indagati con la Banca popolare del Materano, con avvocati e politici.

Uno dei filoni d'inchiesta è rappresentato dai presunti interessi del procuratore Chieco nella realizzazione del villaggio turistico Marinagri di Policoro (Matera), che ha un valore stimato di circa quattrocento miliardi di vecchie lire. Chieco si sarebbe reso responsabile - secondo l' ipotesi investigativa - di una serie di omissioni nell'inchiesta che era stata avviata dalla stessa Procura della Repubblica di Matera sui presunti illeciti nella costruzione della struttura. Nell'inchiesta che riguarda il Marinagri sono indagati anche un ex colonnello dei carabinieri, Pietro Gentili, oggi in congedo dall'Arma e responsabile della sicurezza della società che sta realizzando il villaggio, ed il rappresentante legale della stessa società, Vincenzo Vitali.

INDAGATO ANCHE UN SENATORE
C'é anche il senatore di Alleanza nazionale Emilio Nicola Buccico tra gli indagati. Nei suoi riguardi sono ipotizzati i reati di abuso d'ufficio e favoreggiamento personale. Reati che sarebbero stati commessi all'epoca in cui l' uomo politico non era senatore ma faceva parte del Consiglio superiore della magistratura. In tale veste avrebbe garantito coperture al presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, indagata in un altro filone dell'inchiesta in relazione alla concessione in suo favore di un mutuo da parte della Banca popolare del materano. Mutuo che sarebbe stato concesso con un trattamento di favore. Le inchieste sono condotte da alcuni mesi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, competente ad istruire i procedimenti penali in cui sono indagati magistrati in servizio nel Distretto giudiziario della Basilicata.

INTRECCI CON INDAGINI SU REGIONE
In altre indagini connesse a quelle sui magistrati del Distretto della Basilicata sono indagati dalla Procura della Repubblica di Potenza l'ex e l'attuale presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico (Ds) e Vito De Filippo (Dl) dei quali nel giugno scorso la procura potentina ha chiesto il rinvio a giudizio. Il processo é in corso davanti al tribunale di Potenza. Le indagini sono state avviate dopo che il gip del Tribunale di Potenza ha disposto, per la parte che riguardava i magistrati, la trasmissione alla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese degli atti riguardanti la decisione del sostituto procuratore della Repubblica di Potenza, Felicia Genovese, di chiedere l'archiviazione di un procedimento nei confronti dell'ex presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, omettendo di astenersi a causa degli interessi nella vicenda del marito, Michele Cannizzaro. In tal modo, secondo quanto viene ipotizzato dalla Procura di Catanzaro, Felicia Genovese avrebbe favorito il marito, nominato in concomitanza con le indagini direttore generale dell'ospedale San Carlo di Potenza, ed un danno alla persona offesa, Giuseppe Panio. La richiesta di archiviazione sarebbe stata fatta da Felicia Genovese poco prima della nomina del marito a direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, nomina decisa dalla stessa Giunta sulla quale il magistrato stava indagando. Il bando per la nomina del direttore generale dell'ospedale di Potenza è stato pubblicato il 18 giugno del 2004; il 29 giugno successivo Felicia Genovese ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale ed il 22 luglio successivo Cannizzaro ha presentato domanda per il posto di direttore generale. Cannizzaro, al fine di rimuovere l'incompatibilità con la carica di direttore generale cui aspirava, si è anche sospeso dalla direzione dell'ambulatorio di fisiokinesiterapia 'Camillo Genovese'. Il 23 luglio del 2004 Felicia Genovese ha chiesto di astenersi da tutti i fascicoli in cui era coinvolta la Giunta regionale della Basilicata per ragioni di incompatibilità. La nomina di Cannizzaro a direttore generale dell'Azienza ospedaliera San Carlo di Potenza è stata decisa il 31 luglio del 2004.

SENATORE, NON SO NULLA
"Non so nulla": così il senatore di Alleanza nazionale, Emilio Nicola Buccico, avvicinato a Matera, ha commentato la notizia del suo presunto coinvolgimento nell' inchiesta. Il nome di Buccico come possibile indagato emerge dal fatto che il senatore del centrodestra è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura e, dal 1997, presidente per diversi anni del Consiglio nazionale forense. Nelle settimane scorse, Buccico è stato designato dalla Casa delle libertà a candidato sindaco di Matera, nelle elezioni in programma nella prossima primavera.

GALANTE, ASSOLUTAMENTE ESTRANEO 
"Affermo la mia più assoluta estraneità ai fatti riferiti ai tre temi di indagine" che fanno parte dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sui magistrati lucani: lo ha detto all'ANSA il Procuratore della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante. "Come persona, e come procuratore della Repubblica di Potenza - ha aggiunto Galante - sono assolutamente estraneo a qualsiasi trama occulta, o a qualsiasi gioco di potere, che abbia interessato la sanità in Basilicata, o la Banca popolare del materano, o i megavillaggi turistici, in particolare la società 'Marinagri' con sede in Policoro (Matera)". Galante, inoltre, ha annunciato di voler "tutelare il mio nome e la mia funzione nei confronti di chiunque continui a perseguire i segni di delegittimazione in mio danno".

 

OPPURE anche questo, del 26.02.2007, apparso su

"CORRIERE della SERA"

Affari segreti, maxi inchiesta in Basilicata,

Giudici, politici, funzionari pubblici sotto accusa. «Corruzione su sanità, turismo, finanza»

CATANZARO — I danni si stanno quantificando in Calabria, ma l'epicentro di questo terremoto è in Basilicata. Ed è il sisma più grave dell'ultimo quarto di secolo, dopo quello del 1980, perché è il più terribile esempio della rottura del «patto» tra cittadini e istituzioni, tra governati e governanti, senza il quale non si va da nessuna parte. Il mito della Lucania Felix, semai avesse un fondamento, è finito. Non regge più. Nemmeno come espediente mediatico. Lo dicono i fatti sui quali sta indagando la procura di Catanzaro, che ha messo sotto inchiesta i vertici della magistratura lucana, alti gradi delle forze dell'ordine, politici e funzionari pubblici, tutti indagati per gravissimi reati: truffa e corruzione, anche in atti giudiziari, falso e abuso d'ufficio, anche a fini patrimoniali, appropriazione indebita. Accuse che suonano ancor più pesanti e incredibili perché rivolte, a vario titolo, a Giuseppe Galante, procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Potenza e al suo vicario, Felicia Genovese. A Giuseppe Chieco, procuratore capo di Matera, a Iside Granese e Rosa Bia, presidente e giudice del tribunale di Matera, e all'ex colonnello dei carabinieri Pietro Gentili, in qualità di capo della sezione di polizia giudiziaria della procura di Potenza. E poi all'ex presidente della giunta regionale lucana, oggi sottosegretario allo Sviluppo economico, Filippo Bubbico (Ds), e all'ex assessore regionale alla Sanità, oggi presidente della giunta, Vito De Filippo (Margherita). Insieme con loro, una sfilza di funzionari pubblici, dagli uffici comunali e provinciali a quelli ministeriali. L'inchiesta, condotta da Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è coordinata dal pm Luigi De Magistris, che da un po' di tempo, va detto subito e magari a futura memoria, ha il «privilegio» dell'attenzione di decine di parlamentari, impegnati in continue interrogazioni su di lui, nonostante, o forse proprio perché, le sue inchieste non abbiano finora trascurato né la destra, né la sinistra

I principali temi d'indagine sono tre e riguardano le Asl lucane, la Banca popolare del Materano (del gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna) e i megavillaggi turistici, in particolare «Marinagri», che stanno sorgendo sulla costa jonica lucana con il contributo di fondi pubblici, erogati dal Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica), per centinaia di milioni di euro. Il filone-sanità viene aperto in seguito alla denuncia dell'ex direttore dell'Asl di Venosa, Giuseppe Panio, che accusa Bubbico e De Filippo di averlo ingiustamente «licenziato» per far posto a Giancarlo Vainieri, considerato vicino a Bubbico e ai Ds. Il pm è Felicia Genovese, che per due volte chiede l'archiviazione, non accolta dal gip di Potenza, Iannuzzi. Poiché però Genovese è anche la moglie di Michele Cannizzaro, che verrà nominato direttore dell'ospedale San Carlo di Potenza dagli stessi politici per i quali il pm Genovese aveva chiesto l'archiviazione, si fa strada il dubbio che la vicenda non sia solo il frutto di una sequela di coincidenze. E infatti secondo gli investigatori di Catanzaro la faccenda non è da archiviare, ma, al contrario, merita. La Banca del Materano, invece, inguaia il presidente del tribunale di Matera, Iside Granese. Secondo l'accusa, l'istituto di credito è governato da «un comitato d'affari occulto e parallelo, che gestisce in maniera clientelare il credito a discapito dell'azionariato e dei risparmiatori e assicura ai clienti più privilegiati guadagni eccezionali e perdite rimborsate». Un esempio «forte» è proprio quello del giudice Granese, che ottiene un mutuo di 620 mila euro per vent'anni al tasso fisso del 3 per cento con una garanzia di 1.240.000 euro su un immobile che ne vale appena 150 mila (tra l'altro acquistato due mesi prima di stipulare il mutuo) e una linea di credito che raggiunge i 430 mila euro con la sola garanzia della propria firma.

E tuttavia Granese tratta cause che coinvolgono la banca e il suo ex presidente Attilio Caruso. E in una di queste pronuncia il fallimento, per un credito di circa 50 mila euro, della società Anthill, di Nicola Piccenna, che poi è diventato il suo «grande accusatore». Mentre l'altro giudice, Rosa Bia, benché cognata del direttore della società di riscossione tributi «Ritrimat», controllata dalla Banca del Materano, tratta cause in cui è parte la stessa Ritrimat. Le denunce per queste vicende sarebbero state sistematicamente archiviate dal procuratore Chieco, che avrebbe agito alla stessa maniera anche per le denunce contro l'ex colonnello Gentili e il procuratore Galante, relative a Marinagri. E questo perché Chieco, oltre a essere interessato a una villetta di Marinagri, temeva che i colleghi di Potenza potessero «ricordarsi» di avere tra le mani una ventina di procedimenti a suo carico, risalenti a quando era pm a Bari.

Carlo Vulpio,26 febbraio 2007

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

DALLA BASILICATA, del 26.02.2007

Cinque i giudici indagati. La difesa: «accuse infondate»

MATERA - C'è anche Rosa Bia, giudice del Tribunale di Matera, tra i magistrati indagati nell’ambito delle inchieste condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sui presunti rapporti illeciti tra ambienti giudiziari ed esponenti politici lucani.
Sono cinque, dunque, i magistrati coinvolti nelle indagini. Il nome di Rosa Bia, infatti, si aggiunge a quelli dei procuratori della Repubblica di Potenza e Matera, Giuseppe Galante e Giuseppe Chieco; del presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, e del sostituto procuratore della Repubblica di Potenza, Felicia Genovese.
Nei confronti del giudice Bia s'ipotizzerebbe il reato di abuso d’ufficio.

GRANESE: ACCUSE INFONDATE
«Si tratta di accuse infondate»: è il commento della Presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, alle notizie sull'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su alcuni magistrati e uomini politici lucani. «Sono accuse infondate – ha spiegato Granese – poiché è vero che ho contratto un mutuo, ma ipotecario, a un tasso agevolato, con la Banca popolare del Materano, per l’acquisto e la ristrutturazione di un immobile in Matera che adesso ha un valore superiore. Quanto alle inchieste che riguardano l'istituto di credito mi sono astenuta dal conoscere le controversie riguardanti la stessa Banca, rimettendo in passato gli atti al Presidente della Corte di Appello di Potenza. Quest’ultimo, con un provvedimento del febbraio 2006, mi ha autorizzato a occuparmene, deducendo che fra me e la banca non vi è un credito litigioso e che, comunque, lo stipendio di un magistrato garantisce a tutti gli effetti il pagamento delle rate».
Quanto alla vicenda legata al Consorzio Anthill, la Presidente del Tribunale di Matera ha detto di aver querelato l'allora amministratore della società, astenendosi dal conoscere ogni controversia in cui lo stesso è implicato.

L'IPOTESI: CASO INSABBIATO
Giuseppe Chieco, avrebbe insabbiato l’inchiesta avviata dal suo ufficio sui presunti illeciti nella realizzazione del villaggio turistico Marinagri di Policoro, omettendo di effettuare la necessaria attività investigativa. E’ l'accusa che la Procura della Repubblica di Catanzaro contesta al procuratore della Repubblica di Matera.
Il mancato completamento dell’inchiesta aveva consentito ai titolari dell’investimento di ottenere un finanziamento da parte del Cipe di quasi 26 milioni di euro, che in un primo tempo era stato bloccato.
Nei confronti di Chieco vengono ipotizzati i reati di concorso in abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato. L'inchiesta trae origine dalla presunta irregolarità nella realizzazione del villaggio per il fatto che una parte dell’area interessata dalla costruzione della struttura sarebbe stata di proprietà demaniale. Fatto, quest’ultimo, che non avrebbe impedito il rilascio delle concessioni edificatorie per la realizzazione del villaggio grazie alla collusione di funzionari del Comune e dell’Ufficio del demanio di Matera.
Gli illeciti nell’iter per la realizzazione del villaggio furono oggetto di un’informativa da parte della Guardia di finanza al procuratore Chieco, il quale, però, non avrebbe effettuato l’attività investigativa necessaria per l'accertamento della prova. Lo stesso Chieco, inoltre, successivamente ha chiesto l’archiviazione del procedimento.
Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura di Catanzaro, il procuratore Chieco, nel periodo in cui si sono svolte le indagini preliminari, avrebbe espresso l’intenzione di acquistare un immobile all’interno del villaggio, effettuando anche una visita nel cantiere della struttura. Circostanza riscontrata in una relazione riservata inviata da Chieco al procuratore generale di Potenza a seguito di un esposto anonimo presentato nei suoi confronti.
Secondo i magistrati della Procura di Catanzaro, la condotta del procuratore Chieco sarebbe stata finalizzata ad insabbiare l'inchiesta sulla realizzazione del villaggio consentendo l'impunità dei soggetti coinvolti e lo sblocco del finanziamento da parte del Cipe.

26/2/2007

 

 

La peste italiana. Il caso Basilicata. Dossier sui veleni industriali e politici che stanno uccidendo la Lucania

 Maurizo Bolognetti 

Descrizione

 Esiste in Italia una congiura del silenzio sui delitti commessi dalla classe politica che ha nella situazione lucana un esempio tra i più nitidi. In questo libro si parla dei motivi per cui la Basilicata è ai primi posti in Italia per decessi da malattie tumorali, la cui incidenza è in costante crescita rispetto al resto del paese.

 Si parla di una regione in cui la sovrapposizione tra ente controllore e controllato, certamente in materia ambientale, è una costante. Basti pensare al silenzio tenuto per almeno un anno dall'Arpab sul fatto che l'inceneritore Fenice immette mercurio e altre sostanze cancerogene nel fiume Ofanto e che comunque, prima durante e dopo il periodo di omertoso silenzio dell'ente regionale di controllo, nessuno ha provveduto a far fermare. 

La lettura di questo volume provoca autentico sgomento, perché ne scaturisce una rappresentazione terribilmente documentata dello sfacelo in cui il nostro paese sta precipitando grazie alla incapacità (e alla connivenza?) della nostra classe politica. Nazionale, e locale.

Fino a quando le denunce sulle "mattanze" che avvengono in Lucania resteranno nei cassetti delle procure? Il volume è aperto da una prefazione di Carlo Vulpio, e da testi introduttivi di don Marcello Cozzi, Pietro Dommarco, Marco Cappato, e Elisabetta Zamparutti (deputata Radicale, membro della Commissione ambiente della Camera).

 

NOTA di PAOLO URICCHIO, del 01.03.2007

SPERIAMO PROPRIO CHE NON SIA L'ENNESIMA E GRANDISSIMA "BOLLA DI SAPONE" ITALIANA !

Matera sarà capitale EUROPEA della CULTURA il 2019 . Il premio se lo divide con Plovdiv (in Bulgaria) , dove il 50 % della popolazione è composta da zingari.

GLI ALTRI BENEFICIARI E COMPLICI ESECUTORI CHE OPERANO NEL SILENZIO  ...

Beneficiari

Esecutori

Amici

Ecc.

 

Tutta la storia di questa tragedia, in un prologo tre atti e un epilogo,  dovuto alla decisione della famiglia  URICCHIO di acquistare proprietà a POMARICO (Provincia di MATERA), Meridione d'ITALIA, per tornare nel paese NATIVO sul sito

WEB    http://www.uricchio.de