La checca di Pomarico,

 Mario Mancini,

scusate, dott. Mario Mancini. Da sempre un ladro e protagonista di scandali e ruberie in  Basilicata, Italia

Fonte:

Archivio: La Repubblica 

Articolo del 24 Marzo 1987, Politica Interna

 

LI HA TRAVOLTI LO SCANDALO 'JONICAGRUMI'

COSENZA Il palazzo crolla e fa vittime illustri, proprio mentre i tre commissari nominati per risanare la Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania si insediano nel loro ufficio. Agli sportelli delle agenzie, quasi deserte, ci sono visi scuri. Qualcuno, tra i più stretti collaboratori degli amministratori arrestati nella notte non nega di avere anche pianto. E' un duro colpo dopo una gestione contestata che cancella tutto quello che di buono questa banca ha pure fatto in centoventi anni di vita a favore di un' economia debole e disomogenea come quella calabrese e lucana, dove l' anno scorso (sono dati di bilancio ancora non pubblicati) la banca ha raccolto 5 mila e cento miliardi, impiegandone solo duemila e settecento. Chi ha sbagliato deve pagare, aveva detto proprio domenica mattina, al congresso regionale socialista, il consigliere Antonio Gentile, riferendosi però al problema delle sofferenze della banca, alle presunte infiltrazioni mafiose, agli errori di cui è stato imputato il vertice dell' istituto dopo una nuova ispezione di Bankitalia da cui è scaturito il commissariamento. Ma gli arresti degli ex amministratori e dei tre componenti la direzione generale, non sono scattati su quel fronte d' indagine, non hanno nulla a che vedere insomma con storie di mafia. Si è indagato sul rapporto tra la banca e un suo cliente: gli arresti scaturiscono quindi da un caso limite e forse emblematico di aperture di linee di credito ad una azienda, la Jonica Agrumi di Caulonia, che non sarebbe più in grado di rientrare. Chi sono gli arrestati, che cosa hanno rappresentato per la banca, a chi sono legati? L' uomo che sicuramente ha avuto il legame più profondo con l' istituto di credito ora nella tempesta, è Francesco Sapio che in banca è arrivato nel 1952 quando vinse un concorso per applicato di terza classe. Iscritto alla Dc dal dopoguerra, un passato giovanile di sindacalista nella Cisl di Giulio Pastore, sempre vicino ai leader dc locali (prima a Dario Antoniozzi e da qualche anno a Riccardo Misasi), Sapio ha fatto una carriera rapida: nel ' 61 divenne dirigente, cinque anni dopo vicedirettore, nel ' 69 direttore generale, incarico che lasciò solo nel luglio dell' 85 quando venne nominato presidente al posto del professor Francesco Del Monte, promosso, forse per fargli posto, a vicepresidente della Banca nazionale del lavoro. Anche Del Monte è stato accusato di peculato aggravato ed è stato arrestato. Del Monte venne portato nell' 81 alla presidenza della Cassa dal suo maestro, il ministro del Tesoro dell' epoca Beniamino Andreatta, col quale era sbarcato come docente di economia e organizzazione aziendale all' università della Calabria. Con Del Monte, che aveva ricoperto anche l' incarico di vice presidente dell' Acri, l' Associazione delle casse di risparmio, dall' 81 hanno governato la banca altri due esponenti dc di rilievo, Francesco Samengo e Mario Mancini, oltre a due socialisti, l' ex senatore Luigi Bloise e Antonio Gentile, segretario della federazione cosentina del Psi all' epoca in cui nel partito contava Giacomo Mancini. Samengo, uomo di fiducia dell' onorevole Carmelo Pujia che si richiama alla corrente andreottiana, a quanto ora si dice era l' uomo di punta della rappresentanza dc nel comitato di gestione della banca: nell' agosto scorso era stato infatti nominato anche presidente del nuovo Istituto di credito fondiario, costituito dalla Carical, dalla Cassa di Puglia e da quella di Salerno. L' unico rappresentante lucano nel comitato, anche lui arrestato, era Mario Mancini, sindaco di Pomarico, piccolo centro del Materano, che ha come riferimenti politici l' onorevole Vincenzo Viti e quindi l' ex presidente del consiglio Emilio Colombo. Diversa la storia personale di Bloise e di Gentile. Il primo ha guidato le lotte contadine nella Sibaritide, è stato sindaco di Cassano, il suo paese, senatore per due legislature prima di diventare vicepresidente della banca e presidente dell' Intersiel, un' azienda di informatica che ha fornito il supporto delle sue conoscenze per l' ispezione della Banca d' Italia. Poeta e umanista, Bloise si è sempre definito come un uomo in prestito alla politica e all' economia, e negli ultimi tempi aveva messo in atto una serie di iniziative interne alla banca per sollecitare trasparenze e maggiori controlli sui crediti. Antonio Gentile, il cui mandato come quello di Samengo e di Mancini stava per scadere, era cresciuto dapprima all' ombra di Mancini, dal quale, assieme al fratello Pino, consigliere regionale, si era allontanato per aderire alla corrente di Craxi. Chi paga con l' arresto colpe che se ci sono gli appartengono forse in misura minore, è il direttore generale Alvaro Jannuzzi che Misasi a dicembre dell' 85 ha voluto al vertice tecnico della banca. Jannuzzi, ex dirigente del settore titoli e borsa della Bnl, è tornato in Calabria nel periodo più nero per la Carical, quello dell' indagine di magistratura e antimafia. Inizialmente, si dice, si sarebbe opposto all' ultima delibera a favore della Ionica Agrumi che offriva come garanzie alcuni contratti all' estero. Cresciuti all' ombra di Sapio, sono infine gli altri due arrestati eccellenti: il condirettore Vincenzo Serafini e il vicedirettore Raffaele Iacoe, che ha diretto l' ufficio fidi. Entrambi a più riprese si sarebbero occupati della linea di credito all' azienda di Ilario Di Masi, anche lui finito in prigione, come Paolino Surace, l' ex direttore dell' agenzia di Roccella Ionica in cui la Ionica Agrumi operava.

di PANTALEONE SERGI